Holy EYE

CERTIFIED

di Eclipse.154


Il gusto dell'anguriaA Taipei le tubature sono vuote, le case si riempiono di bottiglie di plastica, gli insetti invadono i corpi, la siccità è ovunque: la televisione consiglia l’uso alternativo del succo d’anguria ma Hsiao-Kang e Shiang-Chyi non si arrendono e continuano a cercare acqua. I dieci minuti finali, di agghiacciante chiarezza, costituiscono una sequenza tra le più devastanti viste negli ultimi anni al cinema: è il momento più forte dell’opera. Il gusto dell’anguria è un lavoro che conferma Tsai Ming-Liang regista di rara coerenza stilistica (la superba capacità di incorniciare gli spazi e i movimenti dei personaggi al loro interno, la maestria nel gestire la materia, facendo un uso solo incidentale dei dialoghi e mescolando sapientemente i generi – commedia, dramma, musical -), che osa senza pudori e senza provocazioni gratuite (le lacrime di una donna con un pene in bocca costituiscono un grande momento di verità, di un’intensità tale da spazzare via tutto il romanticismo patinato del cinema hollywoodiano), affermando le sue verità con l’abilità di chi sa far trasparire, dietro un ghigno sardonico, il gusto amaro della vita. Ed ancora una volta il meglio nasce ad est...

di Stefano Tassoni


La malavitaTratteggiato con tinte fosche, ma vivaci allo stesso tempo, il terzo album dei Baustelle sembra quasi filosofeggiare sul termine eponimo del proprio lavoro, ricollegandosi all’origine latina di malus, per cui la prima accezione coincide con l’italiano spiacevole. Il solito album deprimente, direte voi. Assolutamente no, anzi: proprio per i testi più lugubri, l’arrangiamento musicale raggiunge toni scanzonati, come a sottolineare la soggettività dei concetti espressi. E penso a Il nulla, ma soprattutto a Cuore di tenebra o a Cronaca nera. C’è però anche da dire che i Baustelle si caratterizzano soprattutto per il loro stile da dandy posati (il cantante in primis) e per le loro sonorità pop con contaminazioni elettroniche dovute alla tastierista, che canta i brani le cui protagoniste sono donne. Infine ricordiamo la presenza di un piccolo gioiello di canzone il cui tema è la vita quotidiana in un parco, registrata attraverso qualcuno di esterno alla razza umana e che si pone come giudice di essa.