di Cesare Del Ferro
Dopo essersi fatti conoscere con il doppio singolo Test/Twice,i Little Dragon consacrano i loro sforzi con l’uscita del primo album Little Dragon; quasi a ricordare volutamente o per gioco il nome della loro band. Il disco distribuito dalla Peacefrog Records è ricco di sonorità che spaziano, dall’elettronica al soul toccando anche alcune note di electro-blues, a dimostrarlo troviamo Constant Surprise oppure No Love, arrivando persino nel panorama r’n’b con il brano Wink; non tralasciando di certo il jazz post-moderno contenuto in After the rain. Il tutto viene presentato dalla voce nippo-svedese della cantante Yukimi Nagano (già nota con il brano Summer Sun dell’album Waltz for koop dei Koop e per aver collaborato al progetto “In our nature” di Josè Gonzalez). Sentendola,ci dà la sensazione di riuscire a creare grazie alla sua tonalità vocale un atmosfera che riporta quasi alla melodicità di Bjork. In sostanza gente, quest’album raffigura un concetto attuale e quasi futuristico di un jazz ben associato.
di Emidio De Berardinis
Come descrivere l’ultimo, nuovo, paradossale, atteso, anche con curiosità o sarcasmo, lavoro di Pete Doherty e soci? Shotter’s Nation, come tutti gli album in cui è presente Doherty, e i Libertines ne sanno qualcosa, è già un miracolo che fosse uscito. È un miracolo perché alla produzione dell’album è stato delineato Stephen Street, che più che un produttore è un agente dei Marines, ottimo per disciplinare almeno un po’ il nuovo genio ribelle del rock, ed è un miracolo perché Doherty ha da raccontare qualcosa di nuovo. Il genere? Tra Indie-Rock, Brit-Pop, Garage-Pop, Punk-Blues etc. il genere è una commistione, rielaborazione, dissacrazione e rinascita di generi. La realtà è che Pete Doherty è davvero la nuova rockstar, conosce la letteratura, vive tra scandali e disintossicazione e fughe e Kate Moss, alzando tanto di quel polverone che è inevitabile l’affluenza nei concerti per il villaggio mediatico che oggi abitiamo. Pete compone al volo e compone bene, nei suoi testi c’è il riflesso della cultura e lo specchio del presente, invettive, sesso e sogni. L’album è sicuramente più maturo e rifinito del primo Down In Albion e forse per questo perde un po’dell’impatto cacofonico stile Sex Pistols, avvicinandosi più ai Kinks o ai Clash o ai Madness, staccandosi quindi dal Brit tradizionale e dall’Indie attuale. I Babyshambles sono un gruppo esclusivo e nessuno, Libertines a parte, si avvicina al loro sound. L’album inizia con Carry On Up The Morning, libertinesiana schitarrata, che fa già presagire però un album più pulito. Poi il singolo Delivery e la melodica You Talk. Poi Side Of The Road, molto punk, e il “new blues” di Crumb Begging introducono l’immancabile e classica ballata “UnBiloTitled” e un rock lento “UnStookieTitled”. French Dog Blues scritta pare insieme a Kate Moss sarà probabilmente una delle canzoni più suonate nei Baby live e “There She Goes (A Little Heartache)” già presente nelle “Babyshambles Sessions” dei Libertines è uno swing che entra nel cervello; Baddie's Bolgi” fa molto Strokes e Deft Left Hand molto Brit. Lost Art Of Murder è il talento in musica di Pete. Per concludere Shotter’s Nation è l’album di oggi, consigliato perché originale essendo il leader e compositore originale e attuale. Un in bocca al lupo a Pete con la droga, sperando che rimanga tra noi a cantarci cose nuove da guardarci dentro.
di Giacomo Ioannisci
Cosa fareste se tutta la vostra vita andasse per il verso sbagliato? Senza coordinate? Solo con tanti piccoli rospi da mandar giù come medicine? Cosa vi resterebbe ancora a cui aggrapparvi per continuare a sentirvi vivi? Partire, ecco l’unica soluzione. Sfrecciare via come canzoni in un juke-box estivo. The Go-getter è tutto questo e tant’altro, un bellissimo road movie diretto da Martin Hynes che chissà se mai arriverà dalle nostre parti. All’apparenza sembra addirittura il fratello minore di Into the wild e Little Miss Sunshine, ma con uno stile registico da Sundance, più vicino a Juno. È la straordinaria esperienza di Mercer (Lou Taylor Tucci), un giovane ragazzo di Eugene (Oregon) che lavora in un autolavaggio, pieno di insicurezze, senza nessun familiare al suo fianco. Quando viene a sapere che la madre, ricoverata in una clinica, sta per morire, decide di partire per darle l’ultimo saluto e poi raggiungere il fratello in Messico per dargli di persona la notizia. All’autolavaggio prende in “prestito” la prima auto che gli capita sotto mano e via sulla strada, senza la più pallida idea di cosa lo aspetti. Ma la proprietaria di quell’auto non è una ragazza qualunque. Insomma, un viaggio pieno di imprevisti, alla ricerca del senso della vita, del vero amore e di una posizione nel mondo. The Go-getter è un film che accarezza il cuore e tiene incollati alla poltrona.
di Eclipse.154
Sandy Müller, la cantautrice rivelazione 2005/2006 con il suo album d’esordio e con l’accattivante singolo Não tenho Pressa (che si è imposto nei network più ascoltati), presenta a Maggio la sua ultima fatica dal titolo Linha. Realizzato in Brasile, prodotto da Marcelo Costa, pubblicato da UNIVERSO e distribuito da SONY BMG Music, Linha vanta la partecipazione straordinaria di svariati musicisti brasiliani. Le atmosfere morbide e sognanti del primo album lasciano emergere nuove sonorità elettro-rock, melodie ricercate e convincenti, in un crescendo di ritmiche schiette e ricche di magia. Sandy interpreta il tutto in modo assolutamente concreto; propone se stessa e lo fa bene. Si varia da brani molto toccanti, quali Triste e Vorrei, ad altri quali Saudade, Monitor e Linha, molto riflessivi e decisamente introspettivi. Raffinato e trascinante.