78 anni. Sabino, l’artista. Whiskey sotto l’ascella, carboncino in mano e la mitica frase “carta pane!” Ed ecco che il cameriere porta la “tela” un po’ unta sui lati e lui prepara il soggetto sulla sedia, lo scannerizza con occhi di falco e, in un italiano da un dente solo, dice “Fermo. Sei mio!” Lo trovi al “Posto 9”, uno chalet-ristorante di Martinsicuro che frequenta come fosse casa sua. Il tratto nervoso del Maestro elabora al primo incontro con i soggetti solo profili, metafora di una realtà che possiamo osservare limitatamente. Poi c’è “su la testa!”, “concentrati!” e “ho concluso!”, tira le ultime stoccate “paniche” e ti mostra il disegno finito, gira il foglio e mostra “l’anima”, il colore che ha trapassato la carta e rende l’unicità del soggetto: il disordine dell’assurdo, pozzo emozionale di chi, di chimere, non canta ragione o torto. Solo la distorsione enigmatica della bellezza.
Fammi un affresco di ciò che ti ha portato a fare quello che fai.
Io sono sulla strada per far capire agli altri cos’è l’arte. A scuola non la insegnano, per questo devo insegnarla qui sulla strada.
L’arte o la vita?
Sono la stessa cosa. L’arte insegna alla vita come la vita insegna all’arte.
Cosa vorresti cambiare del mondo?
Non voglio cambiare nulla. Però hanno dimenticato la sensibilità, pensano che siamo robot o robaccia simile, che non alziamo mai la testa. Bisogna ricominciare da capo, con calma e strategia moderna: una cultura rinascimentale, un nuovo rinascimento.
Quali sono le persone che preferisci?
Gli imperatori romani. Specialmente Cesare e Augusto. Chi ha creato e crea la civiltà, il progresso. Soprattutto Cesare, facendosi pontefice massimo, capì i meccanismi di base per un buon potere centrale.
Cos’è la politica?
Io avevo due zii. Uno era di destra, uno di sinistra. Sono morti tutti e due.
Descrivi la realtà che stai vivendo ad un uomo del futuro?
Dunque. Queste sono due fasi. La realtà attuale è che siamo in mano a dei buffoni. Se fra un anno non cacciamo tutti a calci in culo siamo rovinati. Il futuro? Non esiste…
Scrivi anche poesie, vero? In che lingua?
Scrivo le poesie in francese perché spesso non lo ricordo bene: la poesia è dimenticanza.
Qual è il senso della vita?
Lorenzo dei medici ha scritto “i canti carnascialeschi”. Quello è il senso della vita.
Qual è il senso della morte?
La vita stessa.