di Luca Torzolini
“Ma se io avessi previsto tutto questo, da chi causa e che pretesto, le attuali conclusioni, credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni?”
…Beh, spero di sì, anche perché senza la tua musica, caro Francesco, la canzone d’autore avrebbe perso il ventricolo sinistro.
Io l’ho scoperto per caso. Un giorno leggo Cirano de Bergerac e poi per caso m’imbatto in una canzone dall’omonimo titolo e ascolto: il testo è in grado di sintetizzare l’opera teatrale in modo sublime e fare una panoramica sulla società attuale, con invettive che hanno la stessa rabbia, lo stesso ardore poetico del mitico schermidore.
Nel 2004 esce Ritratti, un album che potrebbe definirsi l’opera senile (se legge “senile”, Francesco m’ammazza) di Guccini per l’ormai impareggiabile padronanza linguistica e grande capacità di intessere le realtà del mondo storico, mitologico e letterario con quello contemporaneo. Ma di solito l’opera senile è più valida delle altre, mentre Guccini è SEMPRE eccezionale.
Ritratti parte da Odisseus, raffigurazione viva, reale e antieroica di Ulisse, tramite citazioni letterarie che sorvolano tutti i tempi, da Omero a Dante, passando per Foscolo.
Piazza Alimonda racconta il giorno del G8 di Genova, soffermandosi sulla morte del giovane manifestante Carlo Giuliani. Cristoforo Colombo naviga poeticamente fino ad arrivare in America, ha una visione profetica delle conseguenze che porterà quella scoperta e decide di “fuggire via”.
Poi c’è Una canzone, la descrizione poetica di quello che può essere una canzone per il cantautore bolognese.
Un album completo, indispensabile per i grandi amanti della letteratura.
Insomma, che dirvi?! Se volete farvi una “cultura” musicale…