di Eclipse.154
KRZYSZTOF KIESLOWSKI
Nato a Varsavia il 27 giugno 1941, lavorò come regista teatrale, adattando il suo film Zyciorys, e come regista televisivo, trasferendo opere teatrali sul piccolo schermo. In Polonia e all’estero ha insegnato regia e sceneggiatura. È morto a Varsavia il 13 marzo 1996.
DATI TECNICI
Titolo originale: DEKALOG
Sceneggiatura: Krzysztof Piesiewicz e Krzysztof Kieslowski
Musica: Zbigniew Preisner
Montaggio: Ewa Smal
Primo premio al festival di San Sebastian – 1989
Venezia Premio FIPRESCI – 1989
Nastro D’Argento – 1989
Non era mai successo che un film in 10 episodi della durata media di 55 minuti, frutto della collaborazione tra uno scrittore e un regista, prodotto per la TV e realizzato nel giro di 2 anni, suscitasse tanta ammirazione, studio, riflessione tra gli spettatori e gli studiosi di mezza Europa. Il Decalogo di Krzysztof Kieslowski si compone di dieci film, dieci comandamenti, ambientati tutti alla periferia di Varsavia, perlopiù in ambienti borghesi.
Tutte le 10 storie si svolgono in un grande piazzale delimitato da grossi condomini, come quelli in cui vive buona parte della popolazione di Varsavia e simili ai quartieri periferici delle metropoli dell'Occidente capitalista. Il condominio e il grande spazio aperto fanno da contenitore alle storie (e da “palcoscenico di una commedia umana”) e offrono la possibilità ai personaggi di guardare attraverso le finestre.
L’intento del regista è quello di mostrare, in modo estremamente razionale, come oggi molto spesso i principi fondamentali della nostra morale vengano puntualmente infranti, per quali motivi e con quali conseguenze.
La scrittura cinematografica del Decalogo si compone di metafisica sublime mista a cronaca sottile, propria di una popolazione triste, malinconica. Varsavia è truce, opaca; vecchi palazzi tutti uguali, dominati da un cielo sempre incolore.
In ogni episodio un comandamento biblico viene tradito, ogni personaggio a modo suo vive violando costantemente le Leggi di Dio.
Angoscia, esistenze infelici e valori inesistenti dimostrano chiaramente come le regole divine siano soltanto precetti religiosi, che Kieslowski utilizza per mostrare la sua morale. L’avidità, l’inganno, il sesso, la menzogna, il tradimento, l’assassinio, il furto accompagnano dolorosamente le vicende dei personaggi. I Dieci, meravigliosi film che compongono il Decalogo mostrano inopinabilmente come non può esserci vita senza forme morali; il tutto senza giudicare, senza etichettare. I casi morali che il regista ci mostra non vengono mai risolti, il colpevole e la vittima non vengono mai individuati. Kieslowski e Piesiewicz si tengono imparziali; anche i personaggi più negativi e sgradevoli non sono mai condannati.
Una delle virtù di Kieslowski è la rara capacità di combinare nella scrittura la precisione cronachistica della rappresentazione con una tensione metaforica che diventa metafisica. Kieslowski è un entomologo appassionato che osserva le situazioni “calde” degli uomini con uno sguardo freddo. È un agnostico dalla morale laica che racconta storie in cui i segni dell'assenza di Dio predominano su quelli della sua presenza, ma tuttavia rappresentano un mistero che impedisce a un uomo di emettere verdetti sulla vita di un altro.