Holy EYE

CERTIFIED

di Marco Cortellini


Autore: Grant Morrison
Disegni: Dave McKean
Albi originali: Arkham Asylum (1989)


Tutto nacque nel lontano 1989, quando un giovane scrittore scozzese, appena arrivato negli States, propose alla DC di promuovere l’Arkham Asylum, manicomio di Gotham City sino allora apparso solo come sfondo, a protagonista assoluto, presentandolo ai lettori sotto tutt’altra luce: una luce mostruosamente oscura. Il capolavoro di Morrison certo non è un fumetto tradizionale, costruito su stereotipate scene d’azione o sonore batoste al cattivone di turno, né tantomeno un thriller mozzafiato; s’impone, al contrario, come un’ambiziosa opera letteraria, un “must” che trascina il lettore dinanzi ad un alienante viaggio onirico nella mente umana; protagonista è un Batman terrorizzato da se stesso e dagli inquietanti punti di contatto che avverte nella sua controfigura, un Joker terribilmente psicopatico. Quale Virgilio nell’Inferno dantesco, Joker scorta il protagonista attraverso le stanze del manicomio di Arkham, popolate dal Cappellaio Matto, Due Facce, Spaventapasseri e da molteplici figure bizzarre che finalmente hanno la possibilità di giocare con la propria nemesi in un non-luogo dove nulla ha più un senso. Grazie ai flashback che cadenzano la disperata quest del protagonista, Morrison ci lascia poi esplorare i segreti del dottor Arkham, raccontandoci di un ragazzino spaventato e insieme affascinato dalla malattia mentale della madre, che decide di sacrificare la propria vita allo studio della psiche sino a persuadersi, ossessivamente, di poter effettivamente scoprire gli enigmi più oscuri dell’infermità mentale. A questo punto cambia tutto: l’irrazionale diventa razionale. Mediante un epifanico balzo temporale che riconduce di colpo il lettore nel presente, Morrison tramuta la casa d’infanzia nell’inquietante Arkam Asylum, mentre la figura del dottore sembra stagliarsi come un’ombra sciamanica sul manicomio sino a permearne le stesse pareti. Avvalendosi delle meravigliose tavole di Dave McKeane, l’autore ci racconta insomma la tormentata catabasi di un eroe “maledetto”, che corre il rischio di perdersi, pagina dopo pagina, oltrepassando quel confine che i reclusi di Arkham hanno già da molto tempo attraversato. Predominano nell’opera il simbolismo e l’occultismo, grandi passioni di Morrison, qui rimodulate nelle forme più varie, dai tarocchi al sale sino alle insistenti citazioni veterotestamentarie: basti ricordare l’arcangelo Michele che sconfigge il drago biblico, personificazione del male. Doveroso, infine, lodare il package: un’edizione notevole, in formato absolute con elegante copertina rigida, arricchita dello script originale in inglese e in italiano, ottimo viatico per accedere alle diverse chiavi di lettura che lo scozzese ci regala. Arkham Asylum è la graphic-novel più venduta di tutti i tempi: ci sarà un motivo, no?


«Io non voglio stare tra i matti - esclamò Alice.

Oh, non puoi farci niente - disse il gatto - qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.

Come fai a sapere che sono matta? - chiese Alice.

Devi esserlo - disse il gatto - altrimenti non saresti qui.»

(Lewis Carroll)

di Luca Torzolini


Il cavaliere oscuro

Se l’elegante follia del joker interpretato da Nicholson aveva strabiliato la critica, Heath Ledger non è stato da meno. Un Joker molto più umano, problematico; una follia introversa che si espande, dentro l’anima del personaggio e si rivela con discorsi quasi filosofici, sull’essenza della condizione umana, che il clown “dirige” con il pipistrello. Lo spaventapasseri gioca, al suo solito, una parte minore, mentre la sceneggiatura intesse perfettamente la storia in divenire di Duefacce, dapprima procuratore distrettuale incorruttibile e poco dopo criminale folle che abdica ogni decisione al caso, con il lancio di una moneta.
La storia, perfettamente adattata al nostro tempo, cerca di spiegare i “poteri” di Batman in maniera scientifica, anche se gli effetti speciali ci trasportano spesso nel mondo surreale dell’eroe.
La trama? Gotham City. Il Bene contro il male, come sempre.
Mentre i normali cittadini imitano l'uomo pipistrello (facendo la parte dei vigilantes, vestiti come lui), Harvey Dent, nuovo procuratore distrettuale e nuova speranza per la città, cerca disperatamente, ma senza successo, di incastrare Sal Maroni, boss della mafia Gothamita.
Ad una riunione dei capomafia, in cui il contabile Lau Chen informa la sua partenza per Hong Kong per mettere al sicuro dei fondi, si presenta Joker, che propone una soluzione ai loro problemi: uccidere Batman.
Joker mette in atto il suo piano: uccide un vigilantes vestito da Batman per poi legarlo ad un cappio e scaraventarlo contro la finestra dell'ufficio del sindaco. Sul cadavere c'è un biglietto con scritto: "Che il vero Batman si faccia avanti".
Ok, non voglio rivelarvi altro.
Piani studiati alla perfezione, battute studiate alla perfezione e azione, azione, azione.
Il finale, per nulla scontato, si potrebbe riassumere con la frase con la quale Harvey incanta Bruce Wayne al loro primo incontro: «O muori da eroe, o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo».