di Luca Torzolini
Sperimentazione, si chiama. È l'anima dell'arte.
Zbig Rybdzinski, fuori da ogni dubbio è uno dei più grandi sperimentarori nell’uso del linguaggio audiovisivo. D’altronde è necessario in ogni campo l’utilizzo di strumentazioni sempre più moderne, ma la perizia di questo regista consiste nell’uso avanguardistico dello sviluppo tecnologico. Frequente nei suoi lavori l’esposizione di associazioni mentali che non guardano al classicismo, ma cercano una dialettica innovativa, seguendo un’evoluzione dei concetti e dello stile.
Nato in Polonia, a Lodz, nel 1949, frequenta l’Accademia di Cinematografia e realizza i suoi primi lavori, Kwadrat e Take five. Ma solo nel 1980, quando vince il premio Oscar per il miglior cortometraggio con Tango, ottiene fama e notorietà . Nonostante questo non si abbandona mai ad una facile realizzazione professionale in una cinematografia di tipo commerciale, dimostrando una vena artistica superiore alle infime possibilità dei comuni esseri umani. Successivamente Rybczynski si trasferisce negli Stati Uniti, dove fonda la sua casa di produzione, Zbig Vision, realizzando per primo video in alta definizione tra cui Steps, dove intreccia la mitica sequenza della scalinata de La corazzata Potëmkin di Sergej Ejzeštejn con materiale girato dallo lui stesso. In Nova Ksiazka, quello che può essere definito il cubo di rubik dei cortometraggi, suddivide lo schermo in nove piccole inquadrature collegate direttamente da un’unica azione che si sviluppa in modo assolutamente logico. Ha lavorato, tra l'altro, nel campo del videoclip per numerosi gruppi e rockstar, tra I quali Mick Jagger, Pet Shop Boys, Simple Minds e Art of Noise, vincitori di alcuni MTV awards. Da citare Imagine (1987) - sul celebre brano di John Lennon.
La filmografia di questo genio visionario rappresenta spesso l’articolazione complessa di movimenti multipli in ambienti apparentemente claustrofobici, l’analisi delle varianti esistenziali all’interno di un luogo nel quale la vita può fluire secondo comportamenti diversi e contrastanti. Zbig è da sempre interessato alle problematiche metafisiche del linguaggio video, legate alla spazialità prospettica e alla simultaneità temporale. La sua poetica tende ad affrontare argomenti complessi quali il senso dell’esistenza e l’essenza della realtà .
Tra cinema d’animazione, videoarte, sperimentazione visionaria, ed echi di stampo surrealista
l’universo poetico di questo regista ci mostra il mondo, la vita, l’essere umano nelle sue incantevoli, psicotiche e raggelanti forme.