di Luca Buoncristiano
Da cosa nasce la tua passione per le illustrazioni?
L’immagine mi seduce. Così come sedurre è immaginare. Anche la parola, che è un’immagine, mi seduce. Lavoro tanto sull’immagine quanto sulla parola.
Quali sono i tuoi punti di riferimento nel campo del fumetto?
Edward Gorey, Charles Addams, Charles Schulz e Charles Manson.
Preferisci seguire la tradizione o sperimentare nuove tecniche? Miri a creare un tuo personalissimo genere?
Ho già inventato un genere. Chi non sperimenta non ama. Bisogna giocare.
Quali sono le tue tematiche preferite?
Rotto è un tema, un concetto, un simulacro per sua stessa definizione. Rotto è un buco nero dove tutto collassa.
Quali sono a tuo avviso i limiti del fumetto e quali invece le possibilità proprie solo di quest’arte?
Ogni arte deve fare i conti con l’arte.
Il tuo prototipo di supereroe?
Joe Rotto, il rovesciamento del supereoe.
Chi è Joe Rotto?
Uno spacciatore.
Le tue comics strip sono minimali e danno ampio respiro al bianco. Spiegami il perché di questa scelta?
Confrontarsi col bianco credo sia una sfida molto difficile. I miei segni sono delle coordinate in questa galassia bianca.
Hai mai collaborato con qualcuno a livello artistico? Spiegami pregi e difetti di una collaborazione artistica.
Ho collaborato per la pubblicazione del libro “Mary e Joe” per Fazi editore. I pregi ci sono quando hai accanto una persona stimolante, altrimenti è solo un fastidio. Un reciproco disturbo dell’altrui lavoro.
Quanto è importante il sesso nella tua vita e come influisce nella tua arte?
Il sesso è fondamentale. Ma non influenza il mio lavoro.
Progetti futuri?
Ho un libro tutto su Joe Rotto pronto. Si intitola “Libro Rotto”.
Qual è l’Apocalisse di questa intervista?
Ogni confessione è un’apocalisse.