Data: 29 giugno ore 17:00
Luogo: Villa Flaiani, via Roma 32 in Alba Adriatica
Siamo lieti di annunciare la conferenza dal titolo “L'Intelligenza Artificiale e la Domanda di Dio”, che si terrà il 29 giugno alle 17:00 presso villa Flaiani ad Alba Adriatica. Questo evento unico esplorerà le profonde implicazioni tecniche, etiche, morali, filosofiche e spirituali dell'avanzamento dell'intelligenza artificiale nella nostra società contemporanea.
L'evento è aperto a professionisti, studenti, imprenditori e a tutti coloro che sono interessati a farsi delle domande su come scienza e fantascienza stiano collimando e trovare delle risposte per essere pronti per questo presente che si sta catapultando nel futuro. La partecipazione è gratuita, ma i posti sono limitati a 70.
Luca Torzolini, organizzatore dell’evento, piloterà il dibattito fra sette esperti di intelligenza artificiale nei campi dell’arte, della scienza e del business per mostrare e fornire agli spettatori risorse e strumenti utili nella comunicazione e nel marketing, ma donando, al contempo, una comprensione più profonda di come l'IA possa influenzare la percezione e la vita umana finanche ad interessare il funzionamento dell’essere umano da un punto di vista sociologico, psicologico e forse persino genetico.
Tra i relatori, avremo l'onore di ospitare Mauro John Capece, docente universitario e regista pluripremiato con film in distribuzione sulle principali piattaforme, che parlerà dei pro e contro dell’intelligenza artificiale nel cinema; Pina Manente, giornalista esperta in comunicazione, che analizzerà come il mestiere del giornalista stia trovando nuove vie e nuovi equilibri; Simone Vagnoni, dottorando in Law, Science and Technology, che illustrerà come l’AI e l’analisi di dati può essere applicata per facilitare i processi democratici o in sinergia ai registri distribuiti (Blockchain e simili) per l’industria agroalimentare; Luca Squadroni, fisioterapista ed informatico, che spiegherà il funzionamento di Tepy, un'innovativa app da lui ideata, che combina fisioterapia e intelligenza artificiale per la gestione autonoma dei dolori muscolo-scheletrici, Alessandro Scacchia, illustratore e fumettista internazionale, che fornirà più punti di vista dietro alla cosiddetta creazione di disegni e immagini tramite AI; Diego Pomanti, Master Nikon School e premio World Photographic Cup 2020 per la pubblicità, che esplicherà l’importanza del conoscere la macchina fotografica e la macchina robotica e saper dominare la situazione e cavalcare l’errore.
“Non perdete l’opportunità - dichiara Luca Torzolini - di ascoltare esperti che nel loro quotidiano stanno sperimentando una tecnologia che è destinata a stravolgerci la vita paragonabile solo a scoperte come il fuoco o la ruota. Meglio sapere, l’uomo non può fermare l’innovazione ma deve decidere di trarne il meglio. E per governare bisogna conoscere il gioco”.
Domenica 23 dicembre 2018 presso il Room 76 di San Benedetto Del Tronto (AP) si svolgerà il Cult Day 2018, evento organizzato da Luca Torzolini insieme all’associazione culturale U.F.O. (Unidentified Female Organization) che propone un’esposizione personale dell’illustratore e fumettista Alessandro Scacchia e una serie di performance nei più disparati campi artistici.
La mostra, incentrata sull’illustrazione erotica, aprirà i battenti alla collaborazione con il progetto “L’orgasmo finanzia l’arte”: ogni sex toy acquistato garantirà il diritto ad essere disegnate, se donne, dal fumettista; gli uomini potranno avere altresì lo schizzo della donna dei propri sogni. Parte dell’incasso sarà quindi devoluto per la creazione delle opere d’arte prodotte e distribuite dalla Holy Cult, come la graphic novel JAY-NA di Ulderico Fioretti che sarà presente alla serata per il firmacopie con dedica dell’opera intercontinentale.
Luca Torzolini, direttore della galleria Holy Expo, accompagnerà la performance dell’artista tramite interventi poetici ubiqui in nome della rinascita dell’eros. L’atmosfera musicale della serata sarà avvalorata dal dj set di Erika De Felice.
In completo delirio volutamente disorganizzato, altri artisti si muoveranno come ombre nelle pieghe bramose della serata. Flavio Sciolè, artista e performer sarà presente nell’essenza dell’assenza, con antistile ed eleganza.
Durante la serata si svolgerà un contest: per ogni cocktail si avrà diritto all’ingresso nella Red Room, dove scegliendo uno fra gli elementi scenografici e gli accessori la partecipante poserà per uno scatto che concorrerà sui social; la vincitrice avrà diritto ad un premio a sorpresa consegnato da Ignazio Golia Errante, il santo gigolò. Sarai tu il sex symbol della rinascita dell’eros?
Venerdì 23 Novembre 2018 alle ore 18,30 presso la Mondadori di San Benedetto del Tronto sarà presentato il libro ‘Libero Teatro In Libero Stato’ di Flavio Sciolè, pubblicato dalla Holy Edit. Il volume contiene parte dell’opera teatrale dell’autore scritta e portata in scena con Teatro Ateo tra il 1993 ed il 2008. Presenti le piece ‘Il Re è Pazzo’, ‘Bambole’, ‘Icaro Caro d’oro cosparso’, ‘Cerchi’ e ‘Psicosi atea’. La prefazione è di Graziano Graziani. La presentazione sarà curata dal direttore della casa editrice, Luca Torzolini. Nel volume è possibile trovare anche manifesti estetici e la teatrografia. Sciolè, che agisce da venticinque anni nella scomposizione del linguaggio, andrà a disarticolare verbalmente i propri testi. La Holy Edit ha nel proprio catalogo in distribuzione le opere di Ulderico Fioretti, Silvano Agosti e Dario Fo.
La Holy Edit, come dichiara Luca Torzolini, è stata fondata con l’intento di ricordare l’importanza della selezione di opere e artisti di alto livello, cercando sempre di porsi come pionieri d’avanguardia alla ricerca di nuovi schemi stilistici.
Flavio Sciolè (1970) agisce nel cinema, nel teatro di ricerca, e nella performance da trenta anni. Ha all’attivo circa 400 opere video proiettate-premiate-segnalate in centinaia di Festivals nazionali ed internazionali. Sempre per la Holy Edit ha pubblicato Del Grottesco (2018). Il 21 novembre viene presentato presso l'Istituto Di Cultura Italiano di Città Del Messico il volume 'Drammaturgia Italiana Contemporanea' che include anche il testo 'Il Re è Pazzo'.
Il regista Flavio Sciolè terrà un seminario dal titolo ‘DELL'ANTITEATRO: libero teatro in libero stato’ il prossimo 27 Aprile 2018 alle ore 10,00 presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. L’incontro sarà condotto dai proff. Marcello Gallucci e Carlo Nannicola, che introdurranno il volume di Sciolè ‘Libero Teatro In Libero Stato’, pubblicato dalla Holy Edit a fine 2017. Il libro raccoglie nove testi teatrali dell’autore scritti-portati in scena tra il 1993 ed il 2008. Tra gli altri sono presenti ‘Il Re è Pazzo’, ‘Bambole’, ‘Icaro Caro d’oro cosparso’, ‘Cerchi’ e ‘Psicosi atea'. Nella prefazione di 'Libero Teatro In Libero Stato', Graziano Graziani scrive: ” …sono però immagini in qualche modo rappresentative di un percorso artistico che si è edificato attorno ad alcuni rovelli come l’afasia, l’autolesionismo, il linguaggio spezzato, l’eloquioinceppato, l’assenza di un referente della rappresentazione – che non può neppure definirsi tale perché non “rappresenta” alcunché – il gusto per la frammentazione semantica, l’esplosione del senso, l’anarchia espressiva che però si esplicita dentro un rigore performativo che Sciolè chiama “antimacchina attoriale”. Perché in un teatro compiutamente ateo tutto è contestazione degli Dei del teatro, la scena si trasforma in antiscena, la drammaturgia in antidrammaturgia, il corpo che occupa il palco è quello di un antiattore, che segue i percorsi di un’antiregia e si muove all’interno di un’antiscenografia.”
Dichiara Sciolè: “Il volume pone un punto, cristallizza venticinque anni di antiteatro e di ricerca. La rivelazione del teatro credo consista nell'atto, nell'agire e, di seguito, nell'agire parlando. L'importante è che le parole abbiano senso o che, al contrario, lo perdano." Durante il seminario saranno proiettati i video: La Natura è morta, Kristo In Vertigine D’Autunno, Dr Dystopia, Sciolè si è fermato ad Eboli (inedito). La Holy Edit pubblicherà a Maggio un nuovo libro di Sciolè: 'Del Grottesco' che raccoglie tredici testi teatrali grotteschi e scuri. Ci dichiara ancora Sciolè:'La scomposizione è tutto quello che mi interessa, nella vita come nell'arte. Oggi tutti parlano e si espongono, l'unica strada invece, dal mio misero punto di vista, è il silenzio e di contro l'assenza'
FLAVIO SCIOLE’ (1970). Attore, regista, performer. agisce da anni nella ricerca antiteatrale (con Teatro Ateo), nella sperimentazione anticinematografica e nella performance estrema. Circa 300 i lavori video proiettati-premiati-segnalati in Festivals nazionali ed internazionali in Italia e nel mondo. Oltre 1000 le proiezioni in Italia ( Rai Uno, 52a Esposizione Internazionale D’Arte La Biennale di Venezia 2007, MACRO, Romaeuropa) e nel mondo. Con Teatro Ateo agisce da anni nella demolizione del teatro classico privilegiando l'antiteatro, la ricerca e codificando la 'recitazione inceppata'. Partecipa a eventi nazionali e internazionali ed a stagioni teatrali Come attore di cinema ha recitato in decine di pellicole tra queste: ‘Farina Stamen’ (il primo iperfilm) di L.M.Perotti, Piano Sequenza di L.Nero, La Scultura di M.J.Capece. Nel 2017 il testo ‘Il Re è Pazzo’ è stato pubblicato in Messico nell'antologia ‘Dramaturgia Italiana Contemporanea’( a cura dell'Istituto di Ricerche Estetiche dell’Università di Guadalajara). A Marzo lo spettacolo teatrale 'La suicidata', scritto e diretto da Sciolè ed interpretato da Rossella Iorio Scarlet, è stato presentato a Torino all’interno di Malafemme Vol. 4.
https://www.holyedit.com/it/prodotto/libero-teatro-libero-stato/
DELL’ANTITEATRO: libero teatro in libero stato – Seminario di Flavio Sciolè
di Igor Salipchic
antifoto di Flavio Sciolè
Esce il 9 Novembre il volume 'Libero Teatro In Libero Stato' di Flavio Sciolè pubblicato dalla Holy Edit. Il libro raccoglie nove testi teatrali dell’autore scritti-portati in scena tra il 1993 ed il 2008. Tra gli altri sono presenti ‘Il Re è Pazzo’, ‘Bambole’, ‘Icaro Caro d’oro cosparso’, ‘Cerchi’ e ‘Psicosi atea’. La prefazione è curata da Graziano Graziani. Nel volume troviamo anche manifesti estetici, testi dell’autore e la teatrografia. Sciolè con Teatro Ateo, in circa un ventennio, ha sfaldato le strutture obsolete del teatro italiano: il suo antiteatro ha fatto irruzione su palchi colmi di polvere, la sua recitazione inceppata ha codificato nuove vie. La Holy edit, fondata e diretta da Luca Torzolini, si presenta sul mercato italiano con questo primo titolo dichiarando fin da subito il suo interesse per autori fuori dagli schemi e d’avanguardia. La Holy Edit cura anche la distribuzione di opere letterarie, attualmente nel proprio catalogo ci sono, tra gli altri, Silvano Agosti e Dario Fo.
Dichiara Sciolè "È un volume necessario in quanto inutile, anacronistico è quindi attuale. C’è del marcio in italia ed anche il teatro non sta troppo bene"
Lo scorso 24 Ottobre a Roma, presso l’Ambasciata del Messico Italiana, è stato presentato il libro ‘Dramaturgia Italiana Contemporánea’ che contiene la versione italiana e la traduzione spagnola dei monologhi di 16 autori italiani, tra questi anche il testo 'Il Re è Pazzo' di Flavio Sciolè. La presentazione rientra nell’evento ‘Italia chiama Messico- drammaturgie a confronto’ promosso dal CENDIC (Centro Nazionale Drammaturgia Italiana Contemporanea) con il sostegno del Ministero per i Beni e le attività culturali e con la collaborazione dell’università ‘La Sapienza’ di Roma. Il progetto nasce da una collaborazione tra il CENDIC e l’Istituto di Ricerche Estetiche dell’Università di Guadalajara.
A fine ottobre è uscito sul canale YouTube della casa discografica Kutmusic il videoclip 'Devil dinosaur' di Cytherea girato da Sciolè. (https://www.youtube.com/watch?v=4NlVs_p8164)
Nella prefazione di 'Libero Teatro In Libero Stato', Graziano Graziani scrive: " …sono però immagini in qualche modo rappresentative di un percorso artistico che si è edificato attorno ad alcuni rovelli come l’afasia, l’autolesionismo, il linguaggio spezzato, l’eloquio inceppato, l’assenza di un referente della rappresentazione – che non può neppure definirsi tale perché non “rappresenta” alcunché – il gusto per la frammentazione semantica, l’esplosione del senso, l’anarchia espressiva che però si esplicita dentro un rigore performativo che Sciolè chiama “antimacchina attoriale”. Perché in un teatro compiutamente ateo tutto è contestazione degli Dei del teatro, la scena si trasforma in antiscena, la drammaturgia in antidrammaturgia, il corpo che occupa il palco è quello di un antiattore, che segue i percorsi di un’antiregia e si muove all’interno di un’antiscenografia."
Flavio Sciolè (1970) agisce nel cinema, nel teatro di ricerca, e nella performance. Ha all’attivo circa 400 opere video proiettate-premiate-segnalate in centinaia di Festivals nazionali ed internazionali. Oltre 1000 le proiezioni in Italia (Rai Uno, 52a Esposizione Internazionale D’Arte La Biennale di Venezia 2007, MACRO, Romaeuropa) e nel mondo (Usa, Francia, Portogallo, Marocco, Grecia, Finlandia, Romania, Lituania, Macedonia, Argentina, Inghilterra, Germania, Russia, ecc). Nel 2016 ha pubblicato la raccolta "Nel decadere infranto ed altre poesie" (Sigismundus editrice). A Marzo gli è stata dedicata una retrospettiva:‘Ceremony for Sciolè. Sussidiario Antilogico di un Antiartista’ dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara (100 video in proiezione, curato da Silvia Moretta).
di Luca Torzolini
La poesia è monosemica o polisemica? Perché?
La poesia, almeno per come la intendo io, non può e non potrà mai essere monosemica. La poesia è l’anima che si mescola con il tutto che ci circonda e di conseguenza essendo il tutto che ci circonda eterno ed immortale, la poesia è per sua natura polisemica. Se una poesia ha un solo significato vuol dire che quella poesia è destinata a morire nel tempo. Al contrario, quando una poesia si muove su piani differenti, quando riesce a sintonizzarsi ovunque attraverso le giuste frequenze che poi non sono altro che mente e cuore all’unisono, allora, l’immortalità dell’anima è la giovinezza eterna della poesia stessa.
Come si diventa poeti?
Il poeta esiste ancor prima di nascere e questo mio pensiero non è un’iperbole, ma un pensiero frutto di un mio studio ben accurato, ovvero, lo studio della mia anima fragile/forte, e contorta. Il poeta non “ diventa “ poeta, ma “ è “ poeta. Tutto nasce dal capire quanta sensibilità riesce a sprigionare la nostra anima e per farlo, bisogna guardarsi dentro come un raggio di luce che penetra nella foresta. Noi siamo più profondi dell’Universo e siamo molto di più di ciò che crediamo di essere realmente. Il poeta, in tutto questo, ha la consapevolezza delle proprie capacità e la padronanza assoluta del suo unico mezzo; l’utensile del poeta è l’anima. Mentre la sua dote più rara, è la curiosità.
Sono più utili l'emarginazione, l'ossessione, la sofferenza e la rabbia o la serenità, l'allegria, l'amore e la passione per creare una poesia?
Per creare una poesia ci vogliono pochi ingredienti, anzi, pochissimi. Tutto ciò che serve è capire che ancor prima di essere uomini o poeti noi siamo un pezzettino di mondo che non vive nel mondo, ma dentro al mondo. Noi siamo il respiro di questo meraviglioso pianeta e il cuore è il nostro metronomo, il nostro ritmo perfettamente naturale. La poesia, quando trova un fertile terreno, sboccia per inerzia; nulla è più naturale della poesia anche oggi che di naturale c’è ben poco. La poesia ha quel dono meraviglioso di fermare il tempo guardando al futuro con la nostalgia di un presente in movimento.
Quali sono i tuoi temi più cari e perché ne parli?
I temi a me più cari sono: la vita e la morte. Sembra scontato ma sono due temi a cui non possiamo sottrarci in nessun modo. Siamo imbrigliati in questa ragnatela fin dall’inizio delle nostre origini e ci portiamo dietro questo flusso di energia come fossimo un tutt’uno. Mi piace parlare della vita, esplorarla, entrarci dentro come un carro armato, oppure come un leggero vento che sa perfettamente dove deve andare. Mi piace la vita perchè sono incuriosito della morte: nessuno la conosce, ma tutti la temono, anche se sono convinto che la morte sia più poetica della vita proprio perchè avvolta in quel suo mistero così tombale e nebuloso. Mentre la vita la paragono a un abile romanziere incuriosito del suo stesso romanzo, la morte mi da la vaga impressione di assomigliare ad una perfetta poesia scritta da un imperfetto poeta di periferia. In ogni caso, io sono affascinato da quelle situazioni di penombra; è lì che la poesia si nutre della vita e della morte. È lì che stuzzica l’anima del poeta tormentato.
Nell'arte e nella vita, quando si può infrangere una regola e quando si deve?
Non esistono regole, nè esistono momenti per infrangerle. Tutt’al più possiamo pensare che esistono le buone intenzioni ma poi, sappiamo benissimo che succederà tutto e il contrario di tutto. Nella vita, come nell’arte, bisogna osare; adoro questo verbo, mi fa capire che sono vivo e che vivrò ancora a lungo.
“[...] Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” con questo verso Montale chiudeva un famoso componimento. Dimmi cosa non sei, cosa non vuoi.
Io non sono quello che sono oggi, ma probabilmente, sarò quello che sono stato molto tempo fa. Cosa voglio? Con tutta onestà, vivere senza regole, e morire con l’unica regola possibile: “ vietato morire “.
Oscar Wilde diceva che l'arte non deve mai tentare di farsi popolare, è il pubblico che deve cercare di diventare artistico. Condividi?
Ma Oscar Wilde se non erro ha anche detto che “ tutta l’arte è completamente inutile “. In ogni caso il mio pensiero è molto più semplice; dico che il pubblico debba essere coinvolto nell’arte e che l’artista debba in qualche modo essere umile perchè solo attraverso l’umiltà l’arte sincera potrà penetrare nei cuori puri degli uomini.
Nella seconda strofa della poesia "Natale", Fernando Pessoa dice "Cieca, la Scienza ara gleba vana. Folle, la Fede vive il sogno del suo culto. Un nuovo Dio è solo una parola. Non credere o cercare: tutto è occulto". Commenta questi versi e dammi la tua opinione in merito.
In queste parole viene racchiuso quello che ho sempre pensato anche io: il mistero, ciò che è nascosto, ciò che è dietro ad una nuvola, è molto più importante di tutto ciò che possiamo e siamo in grado di vedere a occhi nudi. Quello che davvero conta è quello che riusciamo a vedere con la nostra anima, i nostri sensi: le nostre percezioni sensoriali hanno la straordinaria capacità di farci toccare con l’anima ciò che altrimenti non potremmo mai toccare con le nostre mani. E la poesia si nutre dell’occulto e vive nell’ombra come noi che siamo uomini di luce adoriamo la notte ancor più della penombra.
Che caratteristiche dovrebbero avere gli intellettuali che comunicano alle folle?
La caratteristica principale è l’onestà. Quando si ha a che fare con le parole c’è in gioco una grossa responsabilità e quando si parla alle folle bisogna essere se stessi, ma prudenti. Le tempistiche giocano un ruolo fondamentale. Non credo che l’intellettuale sia colui che sappia usare bene la penna, ma l’intellettuale è colui che sa parlare alle folle senza la penna.
Le lezioni americane di Calvino ti sono state utili? Quali altri testi possono insegnare a scrivere?
“Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria di esperienze, di informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.” ( Italo Calvino, Lezioni Americane )
Devo ammettere con tutta onestà che Lezioni Americane mi hanno fatto capire l’unicità dell’individuo, la sua capacità di racchiuderne tanti pur mantenendo la sua struttura di unicità assoluta. In sostanza, l’individuo è unico, è tanti pensieri, sentimenti e stati d’animo diversi. Calvino in quest’opera mette in risalto alcuni valori della letteratura: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, coerenza. Noi siamo tutto questo, forse, anche molto di più. Sinceramente ci sono molti testi che possono insegnare come scrivere, ma sono pochi quelli che rimangono nel nostro cuore per l’eternità.
Cos'è eterno?
Eterna è la poesia, eterna è la vita.
di Luca Torzolini
foto di Luisa D'Aurizio
Si è svolto con successo di pubblico e di critica, nei giorni 24 e 25 Marzo presso l’Aurum di Pescara, l’evento ‘Ceremony for Sciolè. Sussidiario Antilogico di un Antiartista’. Patrocinato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara, la due giorni ha celebrato i 25 anni di attività nel mondo dell’arte di Flavio Sciolè: artista riconosciuto a livello internazionale è uno sperimentatore del cinema, delle performances, del teatro di ricerca (fondatore di Teatro Ateo) e della poesia. Nelle due giornate di Ceremony sono stati proiettati 100 video di Flavio Sciolè, per un totale di oltre 10 ore di proiezione, con 33 prime visioni.
Silvia Moretta, curatrice dell’evento, spiega: ‘L’azione è parte fondante della videoarte di Flavio Sciolè, dei cortometraggi e dei lavori cinematografici, che dirige e interpreta. Attraverso una poetica antinarrativa e dissacratoria, attivamente decadente, dominata da un atteggiamento iconoclasta, l'estetica di Sciolè si nutre di sozzura, alterazione e ossessione, mescolando oggetti che diventano simboli, comportamenti o elementi che convenzionalmente ci aspetteremmo separati, distanti’. I video hanno spaziato nelle varie zone attraversate dall'artista: dai cicli “Beat” noti a livello internazionale, ad i video storicizzati “Kristo 33”, “Giuda”, “Delirium” e “Aman4aman”. Sono stati proiettati 4 documentari, dei ritratti di: Dan Fante, Alberto Grifi (di cui ricorre il decennale dalla scomparsa), Renato Polselli e Romano Scavolini. L’installazione inedita “Dell'Arte Morta o Della Morte dell'Arte” completava il complesso progetto. Dice Sciolè: “ In una stanza giace un artista. Viene rinvenuta l’Arte, ciò che ne rimane. La distanza che ormai c’è tra l’uomo e l’arte pura è abissale, incolmabile. Solo la morte può restituire la reale cognizione dell’agire artistico. L’installazione vuole essere un monito, un avvertimento ma anche una speranza: nessuno deve più patire nel voler creare. Bisogna, ancora una volta, abbattere i muri, superare i confini. Lo sconfinare ci permette di entrare in un mondo ideale che sarebbe bello trasferire nella realtà ”. Alla presentazione hanno partecipato l’assessore alla cultura Giovanni Di Iacovo ed il giornalista Maurizio Di Fazio. Di recente l’artista è stato ospite dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila che gli ha dedicato un seminario dal titolo "Di Sciolè o del Teatro Rimosso: vita, antiarte e miracoli intorno a Teatro Ateo" condotto dai proff. Marcello Gallucci e Carlo Nannicola. Conclude Sciolè: ‘Bisogna riappropriarsi della cultura, masticarla, ingoiarla, farne pane quotidiano. Solo così usciremo da questo tempo buio, da questa notte della repubblica in cui l’ignoranza regna sovrana”. A corredo delle proiezioni, c’era un’esposizione di ritratti di Sciolè, scatti dei fotografi: Chiara Francesca Cirillo, Fabiana Appicciafuoco, Emanuele Vagni. La Kutmusic, label pescarese capitanata da Nicola Battista, nei giorni dell’evento ha rilasciato su SoundCloud alcuni rari pezzi di Sciolè tratti dal proprio archivio.
Il 19 gennaio dalle ore 15:00 alle 18:00 nella sala multimediale in Alba Adriatica via Bafile 71, tre aziende professionali si uniscono per presentare l'avanguardia dei sistemi cross-mediali necessari a promuovere la propria azienda in maniera efficiente.
Dalla produzione di contenuti multimediali (video in HD-4K-3D-VR, phototelling, storytelling) al social media marketing, dalla pubblicità in applicazioni interattive a siti internet, saranno approfondite tutte le strategie utili a muovere la propria attività verso la veicolazione massima dei servizi che offre al pubblico.
Ore 15:00 - 15:30 : Luca Torzolini, produttore cinematografico e televisivo, regista e imprenditore, farà una presentazione generale delle tre aziende, della complementarità dei loro servizi e della Mission per il cliente.
Ore 16:00 – 16:30 : La società Argoserv srl presenterà i propri servizi di web marketing avanzato per piccole, medie e grandi imprese. Passerà poi a spiegare l'importanza della visibilità online ottenuta tramite SEO e SEM e spiegherà come il Content marketing e l' Inbound marketing siano la strada per incrementare fatturati e profitti per le aziende.
Sono invitate tutte quelle imprese che vogliano investire online e devono studiare una strategia di web marketing per costruire o ottimizzare il proprio sito , l' e-commerce, il blog o che vogliano promuoverli tramite SEO, Google Adwords, mail marketing e social network. www.argoserv.it
Ore 16:30 – 17:00 : Lorenzo Murano e Mario Liberotti proporranno Tudù, l'applicazione che geolocalizza le attività sportive, ludiche e culturali, in modo che chiunque possa viaggiare in Abruzzo e visitare tutti i luoghi interessanti, partecipando alle attività ricreative.
Sono invitate all'ascolto tutte quelle attività che vogliano promuoversi in modo innovativo e concorrenziale attraverso un sistema interattivo basato sul web e sulle applicazioni per smartphone. www.tuduapp.it
Ore 17:00 – 17:30 : La Holy Corporation spiegherà come produrre video ad alta qualità e differenziarli secondo il target e il canale mediatico utilizzato per massimizzarne la diffusione. Saranno inoltre mostrati scatti fotografici atti a narrare la propria azienda in maniera innovativa e varie tipologie di storytelling avanzato per aggiornarsi alle esigenze della comunicazione contemporanea. Presenterà in seguito una cordata di portali online per la diffusione dei contenuti realizzati, una guida enogastronomica e alcuni magazine online nel settore della cultura, dell’arte, della scienza, del benessere e della moda.
Sono invitate all'ascolto tutte quelle attività che vogliono promuoversi ad alto livello, con capacità di intuire l'importanza di creare o rilanciare la propria immagine tramite un linguaggio cross-mediale che utilizza contenuti ad alta conversione fidelizzante. www.holycorporation.it
Che ne pensi dell'invidia?
Semplicemente non la penso affatto, l’invidia è un sentimento che non mi appartiene.
Per me ognuno ha quel che si merita, gode (nel bene e nel male) dei risultati per cui si è impegnato. Perché invidiare a qualcuno quello che non si ha, se non si è voluto? Amare, odiare o invidiare, portano via troppe energie, e siccome sono abbastanza pigro, le mie vorrei investirle solo per amare.
Ego: limiti e potenzialità.
Il limite dell’ego ci può essere solo quando scade nel narcisismo, altrimenti crea sempre potenziali opportunità, stimolando la crescita di ogni individuo.
Credi esistano regole essenziali nella fotografia?
Certamente! Se non conosci le regole, non sai neanche infrangerle. Se non sai fare fotografie tecnicamente perfette, non riesci a dominare e realizzare nemmeno quelle mosse. In quelle mosse ci sono tutti i dettagli e i contenuti di quelle tecnicamente perfette, sono solo messi in modo diverso. È come quando in scrittura togli le vocali alle parole, il nostro occhio abituato a quel codice di lettura, legge ugualmente senza problemi. Certo, per capire un’immagine bisogna avere il giusto grado di conoscenza visiva, altrimenti viene semplicemente percepita ma è comunque un risultato.
Qual è la dote più importante per un fotografo?
Di getto mi verrebbe da dire la curiosità, ma non basta. Quasi tutti siamo curiosi in modo maniacale, lo dimostrano le tante trasmissioni televisive girate (purtroppo) sulle disgrazie umane, ma la dote per un fotografo è quella di guardare dove gli altri non vedono. È talmente vera questa cosa che spesso due o più fotografi posti sulla stessa scena guardano e raccontano cose completamente diverse. L’abitudine a guardare con “occhio fotografico”, nel senso di inquadratura, composizione, equilibrio dell’immagine, ritmo e racconto dell’evento, è per me la dote fondamentale di un fotografo. Il fotografo, maturo e cosciente del suo modo di guardare, vede tante immagini e ne scatta solo alcune, quelle giuste.
E lo scatto cui sei più affezionato?
Un giorno il preside del liceo mi disse: “Quando dovrai scegliere le immagini per una tua mostra, sappi che sarò a tua disposizione e, conoscendoti bene, lo farò io per te. Tu non sei in grado di farlo. - e aggiunse - Come può un padre scegliere tra i suoi figli?”.
Forma o contenuto? Come le associ?
Sono inscindibili, per me la forma è la confezione del contenuto. Quando fotografo mi chiedo sempre “perché devo farlo?”. Se fotografo un prodotto, devo fare in modo che, per proporlo in vendita, il cliente non debba portarsi l’originale dietro. Devo, quindi, descriverlo, valorizzarlo e renderlo “appetibile”. Se fotografo una persona, devo renderla più bella, spontanea e comunicativa. Per tutti i generi di fotografia di cui mi occupo c'è sempre un fine con relativi mezzi e modi di fotografare.
Che cos'è la sperimentazione?
La sperimentazione spesso è figlia della casualità. A mio avviso, non decidi, a un certo punto, di fare sperimentazione ma, se osservi tutto quello che ti succede intorno, stai già sperimentando. Puoi solo codificare, archiviare e, successivamente, utilizzare tale ricerca.
Come si insegna a fotografare?
La mia idea è che si può insegnare a far fotografie ma non a fotografare. In matematica ci sono le quattro operazioni di base - addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni - e, una volta assimilate e scoperto il modo di incastrarle, il gioco è fatto. In fotografia gli elementi sono solo tre: tempi, diaframmi e messa a fuoco; muovendo ed incastrando questi elementi secondo le regole, o contro di esse, si ottengono infinite visioni. La tecnica fotografica è molto semplice! In conclusione, si può insegnare la base tecnica della fotografia ma non a fotografare. Saper fotografare è la somma di esperienze, sconfitte e conquiste stratificate nel tempo.
Perché hai utilizzato il mosso per riprendere una partita di basket di altleti diversamente abili?
Abbiamo realizzato il progetto semplicemente per raccogliere fondi per l'associazione “Polisportiva Amicacci” e con un’idea abbastanza banale e scontata di un calendario da vendere. Per fare questo, come in ogni altro lavoro, dovevo documentarmi. Capire cosa avrei dovuto fotografare, interpretare il soggetto raccontandolo e rendendolo fruibile all'occhio di chi ne avrebbe avuto visione. Detta così sembra una cosa abbastanza semplice e di routine, eppure quando partecipi a una loro partita di campionato ti si scombussola il mondo, ricevi un pugno allo stomaco e le emozioni ti scaldano il cuore. Vai alla partita (siamo onesti ed ammettiamolo, con un senso di pietismo per la condizione degli atleti) e ne esci frastornato, scopri il vero senso dello sport, noti i tempi, le cadenze e le sue regole. Mi spiego meglio, gli atleti si danno battaglia senza esclusione di colpi, con una cattiveria agonistica quasi a rivendicare una rivalsa sulla loro condizione, ma appena uno di loro è in difficoltà tutto si ferma, solidalmente gli si da una mano a rialzarsi e subito dopo… botte più di prima. Ti esalti, ti lasci prendere, non esiste una squadra più dell'altra e tifi indistintamente in modo sportivo per un gesto atletico di qualsiasi giocatore, perché sei convinto che alla fine comunque vincerà il migliore. Ah scusa, ancora non ho detto che gli atleti corrono, dribblano, palleggiano e fanno tutto quello di cui c'è bisogno in una partita di basket, stando seduti su una carrozzina. Mi è sfuggito di sottolinearlo prima perché inconsciamente non lo ritenevo importante, loro sono atleti con una carrozzina “fusa” nella parte inferiore del loro corpo. Devi, assolutamente devi, inserire nelle immagini che realizzi tutto questo, il tintinnio metallico delle carrozzine, la loro velocità di esecuzione, l'odore del sudore e i ghigni degli sforzi fisici. Ho pensato che il mosso, insieme alla scelta di un bianco e nero deciso, potesse rappresentare gran parte di questi elementi.
Quale sarà la tua ultima fotografia?
L'ultima immagine che avrò dinanzi ai miei occhi prima di addormentarmi per sempre. Spero solo di scattarla il più tardi possibile.
Che cos'è eterno?
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Siccome tutto quello che è sotto i nostri occhi è in continua evoluzione, nulla è eterno! Nel nostro settore, ad esempio, qualche anno fa era pensabile la scomparsa della Kodak? Assolutamente no! Eppure, riflettendoci un po', l'unico pensiero che possa essere eterno è l'amore per un figlio.
"TUTUYÀT. INNOCENZA DELLA PRECARIETÀ”
Mostra personale di DENIS BACHETTI
MUSEO TONI BENETTON
Via marignana, 112 – Mogliano Veneto (TV)
26 novembre - 07 dicembre 2016
Titolo mostra: TUTUYÀT. INNOCENZA DELLA PRECARIETÀ
Date: 26 novembre - 07 dicembre 2016
Luogo mostra: Museo Toni Benetton, via marignana 112, Mogliano Veneto (TV)
Nome artista: Denis Bachetti
A cura di: Paolo Meneghetti
Presentazione critica: Paolo Bolpagni, Paolo Meneghetti, Vincenzo Centorame, Silvia Moretta
Vernissage: sabato 26 novembre, ore 18.00
Chiusura: mercoledì 07 dicembre
Giorni e orari di apertura: tutti i giorni
Biglietti: ingresso libero
Informazioni:
Luca Torzolini: 3381774824
lucatorzolini@gmail.com
www.denisbachetti.com
Facebook: Denis Bachetti
Breve presentazione della mostra TUTUYÀT. INNOCENZA DELLA PRECARIETÀ
Sabato 26 novembre, alle ore 18.00, presso il Museo Toni Benetton, via marignana n. 112, verrà inaugurata la mostra personale di pittura dell’artista Denis Bachetti, dal titolo “Tutuyàt. Innocenza della precarietà”. La mostra, a cura di Paolo Meneghetti, gode dei contributi critici dei prof. Paolo Bolpagni, Silvia Moretta e Vincenzo Centorame.
Denis Bachetti scrive, osserva e indaga cose d’arte. La sua è una pittura ad olio su tele di medio-grandi dimensioni. Prende le mosse da istanze tese al raggiungimento di una certa pacata liricità astratta attraverso una pittura fluida e repentinamente gestuale al contempo; votata prevalentemente a toni celebrali lenti e calibrati, a note melliflue episodicamente unite a caratterizzazioni tonali vivide e sferzanti. Nutre una morbosa ammirazione per De Kooning o Arshile Gorky tra gli action-painters americani come per Cy Twombly o William Baziotes, o i nostri Licini – suo grande conterraneo – ed Afro Basaldella, Alberto Gianquinto e pochi altri maestri.
Attraverso la pittura, il disegno e l’incisione giunge al perseguimento di una forma di arte imperniata sul confronto percettivo e sulla valorizzazione dell’opera involontaria e accidentale, fortuitamente concepita attraverso attività extra artistiche. Ritiene di poter risolvere i problemi tipici dell’artista – equilibrio, movimento, forma, spazio, armonia – nella proposizione di opere scevre da velleità intellettive nell’atto del loro concepimento: quindi tanto più efficaci quanto più estemporanee e casuali.
Tutuyàt è una parola segreta: è il mostro antropomorfo immaginario, visualizzato al tempo dell’infanzia, nell’età della formazione e della strutturazione dell’immaginario. Il mostruoso riaffiora di continuo nei sogni, nel linguaggio, nel disegno, nella pittura; e per domarlo, Bachetti lo eleva a simbolo e portavoce dell’esigenza di far riaffiorare la parte intima e segreta, sfuggente e irripetibile delle cose. Tutuyàt diviene veicolo di una inedita e personalissima interpretazione del reale, di un invito, rivolto all’umanità, di riappropriarsi della verità segreta delle cose, al di fuori di una convenzionale definizione formale, di accedere alla possibilità di guardare il mondo attraverso lo svuotamento dell’apparato percettivo, sgombro da definizioni note, tramite una pittura astratta, pienamente pervasa da un atteggiamento epifanico e profetico.
In occasione dell’inaugurazione, la sera di sabato 26 novembre, dalle ore 18.00, ci sarà l’intervento verbale dei critici, seguito dall'esibizione di Ivan Talarico, poeta e cantautore, che eseguirà successivamente un “dialogo poetico fra metamonologhi” con Luca Torzolini, regista e autore letterario. Verranno proiettati i cortometraggi “Baumwolle” (Bachetti, Sciolè, Torzolini, 2015) e, in anteprima assoluta, un estratto dell’ultimo documentario realizzato su Dario Fo proprio in Villa Marignana Benetton (Torzolini, 2016).
DENIS BACHETTI
1992 Diploma Istituto Tecnico Sperimentale Mazzoni di Ascoli Piceno
2000 Laurea in Lingue e letterature straniere moderne Università di Bologna
2004 Master in Beni Culturali indirizzo Artistico Università di Siena
2009 Collettiva a Oakland, California (USA) a cura de I’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco
2009 Personale Galleria il Modulo, Francavilla al Mare, CH
2012 Collettiva Biennale di Venezia Padiglione Italia, Torino
2016 Mostra Personale Circolo degli Antichi Editori Veneziani, Venezia
2016 Mostra personale Circolo Aternino, Pescara
2016 Mostra personale Museo Toni Benetton, Mogliano Veneto (TV)
“TUTUYÀT. INNOCENZA DELLA PRECARIETÀ”
Mostra personale di DENIS BACHETTI
CIRCOLO ATERNINO
Piazza Garibaldi, 51 - PESCARA
3-18 SETTEMBRE 2016
Scheda
Titolo mostra: TUTUYÀT. INNOCENZA DELLA PRECARIETÀ
Date: 3-18 settembre 2016
Luogo mostra: Circolo Aternino, piazza Garibaldi 51, Pescara
Nome artista: Denis Bachetti
A cura di: Silvia Moretta
Presentazione critica: Paolo Bolpagni, Vincenzo Centorame, Silvia Moretta
Vernissage: sabato 3 settembre, ore 21.30
Chiusura: domenica 18 settembre
Giorni e orari di apertura: tutti i giorni, dalle 16.00 alle 20.00
Biglietti: ingresso libero
Informazioni:
Silvia Moretta: 3282726733
www.denisbachetti.com
Facebook: Denis Bachetti
Breve presentazione della mostra TUTUYÀT. INNOCENZA DELLA PRECARIETÀ
Sabato 3 settembre, alle ore 21.30, presso il Circolo Aternino di Pescara, piazza Garibaldi n. 51, verrà inaugurata la mostra personale di pittura dell’artista Denis Bachetti, dal titolo “Tutuyàt. Innocenza della precarietà”. La mostra, a cura di Silvia Moretta, gode dei contributi critici dei prof. Paolo Bolpagni e Vincenzo Centorame; è patrocinata dal Sindaco della Città di Pescara, dalla Presidenza del Consiglio e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara.
Denis Bachetti scrive, osserva e indaga cose d’arte. La sua è una pittura ad olio su tele di medio-grandi dimensioni. Prende le mosse da istanze tese al raggiungimento di una certa pacata liricità astratta attraverso una pittura fluida e repentinamente gestuale al contempo; votata prevalentemente a toni celebrali lenti e calibrati, a note melliflue episodicamente unite a caratterizzazioni tonali vivide e sferzanti. Nutre una morbosa ammirazione per De Kooning o Arshile Gorky tra gli action-painters americani come per Cy Twombly o William Baziotes, o i nostri Licini - suo grande conterraneo - ed Afro Basaldella, Alberto Gianquinto e pochi altri maestri.
Attraverso la pittura, il disegno e l’incisione giunge al perseguimento di una forma di arte imperniata sul confronto percettivo e sulla valorizzazione dell’opera involontaria e accidentale, fortuitamente concepita attraverso attività extra artistiche. Ritiene di poter risolvere i problemi tipici dell’artista – equilibrio, movimento, forma, spazio, armonia – nella proposizione di opere scevre da velleità intellettive nell’atto del loro concepimento: quindi tanto più efficaci quanto più estemporanee e casuali.
Tutuyàt è una parola segreta: è il mostro antropomorfo immaginario, visualizzato al tempo dell’infanzia, nell’età della formazione e della strutturazione dell'immaginario. Il mostruoso riaffiora di continuo nei sogni, nel linguaggio, nel disegno, nella pittura; e per domarlo, Bachetti lo eleva a simbolo e portavoce dell’esigenza di far riaffiorare la parte intima e segreta, sfuggente e irripetibile delle cose. Tutuyàt diviene veicolo di una inedita e personalissima interpretazione del reale, di un invito, rivolto all’umanità, di riappropriarsi della verità segreta delle cose, al di fuori di una convenzionale definizione formale, di accedere alla possibilità di guardare il mondo attraverso lo svuotamento dell’apparato percettivo, sgombro da definizioni note, tramite una pittura astratta, pienamente pervasa da un atteggiamento epifanico e profetico.
In occasione dell’inaugurazione, la sera di sabato 3 settembre, dalle ore 21.30, ci sarà l’intervento verbale e performativo degli artisti che hanno contribuito all’edizione del catalogo della mostra: l’artista Adriano De Vincentiis; il pittore e illustratore Ulderico Fioretti; il regista, attore e performer Flavio Sciolè; il regista Luca Torzolini. Eseguiranno una performance al pianoforte Mario Mariani, pianista, compositore e performer, e Marco Arturo Messina, regista, sceneggiatore, compositore. Verranno proiettati in anteprima assoluta i cortometraggi “Baumwolle” (Bachetti, Sciolè, Torzolini, 2015) e “L’uomo nero” (Sciolè, 2015).
DENIS BACHETTI
1992 Diploma Istituto Tecnico Sperimentale Mazzoni di Ascoli Piceno
2000 Laurea in Lingue e letterature straniere moderne Università di Bologna
2004 Master in Beni Culturali indirizzo Artistico Università di Siena
2009 Collettiva a Oakland, California (USA) a cura de I'Istituto Italiano di Cultura di San Francisco
2009 Personale Galleria il Modulo, Francavilla al Mare, CH
2012 Collettiva Biennale di Venezia Padiglione Italia, Torino
2016 Mostra Personale Circolo degli Antichi Editori Veneziani, Venezia
2016 Mostra personale Circolo Aternino, Pescara
2016 Mostra personale Museo Toni Benetton, Mogliano Veneto (TV)
non scritto di Flavio Sciolè
Foto di Henry Ruggeri
Sciolè anti recensisce in poesia e visioni il live di Peter Hook in cui il bassista dei Joy Division ha riproposto brani da ‘Closer’ e da ‘Unknow Pleasure’.
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RESTITUZIONI DECADENTI E DISAPPUNTI DARK ATTORNO A THE PETER HOOK AND THE LIGHT
Live al Disorder Festival, Piazza Buozzi, Giulianova, 18 Giugno 2016
Concerto organizzato dall’associazione “Oltre l'attimo- Nel nome di Lorenzo”
But I remember when we were young (Insight, Joy Division)
Nel buio, una luce.
Tutto precipita.
Ombre danzano sommerse dal vuoto.
Le note scavano dentro i ricordi riportando a galla le cadute.
La dimenticanza avvolge i cervelli e tutto diviene oblio.
Ritmi dionisiaci evocano memorie ancestrali aggrappandosi alle note.
La gioia è condivisa.
Ogni sé perde il controllo.
La musica ci sospende, ci immerge in emozioni implose.
Tutto è circolare.
Su di noi la luna è piena.
Peter Hook fa risorgere Ian ed i Joy Division dai meandri del passato
e li rimette in croce versando il loro sangue nero sul pubblico.
La sua voce cupa ed avvolgente restituisce attimi di una gioventù perduta ad ognuno,
specie a chi lo è, giovane, sapendo di esserlo.
Peter ci restituisce una fotografia in bianco e nero impolverata e dai contorni bruciati
che non vedevamo da sempre ma che subito riconosciamo come nostra.
Atmosphere: apre con una dedica ad un ragazzo che è partito ma che è presente.
Disorder: genera un pogo fluttuante.
She’s Lost Control: toglie autonomia.
Isolation: ----------
Transmission: con il basso a dominare.
Love Will Tear Us Apart: euforia collettiva.
Il concerto non finisce, lo trattieni in testa, lo metti in tasca assieme ad altri mille frammenti di una vita.