Holy EYE

CERTIFIED

di Hanry Menphis e Giorgia Tribuiani

Intervista realizzata nell'ambito del festival Collisioni (www.collisioni.it)

Quando hai iniziato  a scrivere e quanto tempo ci è voluto prima che iniziassi a recitare i tuoi versi in pubblico?
Queste son due domande…

Ne faccio due a due così fingo di farne la metà.
Ho iniziato da subito. Appena ho imparato a scrivere mi è interessato subito mettere su carta le emozioni, anche quelle infantili. Credo sia una cosa che nasca da dentro. Per quanto riguarda i reading, invece, ho iniziato in maniera casuale: non avevo nessuna intenzione di diventare performer di quello che scrivo, tuttavia ho sempre amato la tradizione orale e quando mi son trovato per caso con Vinicio Capossela a recitare i versi di John Fante abbiamo colto l’occasione per vedere che effetto avrebbero fatto i nostri scritti recitati. Mi è piaciuto, ho scoperto che potevo pagare le bollette: perché non andare avanti?

Preferisci avere un lettore che si avvicini in maniera intima leggendo quello che scrivi oppure un ascoltatore che partecipi alla performance?
È uguale. Quando scrivo non penso a come sarebbe se le raccontassi io o se le leggesse qualcuno. Le mie emozioni sono le mie emozioni, mi piace l’idea che chiunque legga o ascolti le trasformi in sue.

Chi sono i tuoi maestri?
Il più grande maestro è Cesare Pavese. Amo molto Emanuel Carnevali, come tanti altri autori italiani dimenticati, ma anche Dostoevskij e l’Hemingway poeta. Mi piace spulciare.

Vincenzo Costantino e Chinaski sono la stessa persona?
Certo, è solo uno pseudonimo che mi diedero da ragazzino, dato che già allora bevevo molto. Bevevo e scrivevo: l’accostamento con Bukowski è stato immediato.

Come vedi l’attuale disfacimento culturale in Italia?
Vuoi un suono gutturale come risposta?

Andrebbe benissimo, purtroppo l’intervista sarà scritta…
Ti dico solo una cosa: l’Italia in questo momento si merita Federico Moccia.

Quindi è la domanda a stuzzicare l’offerta?
Il lettore intelligente fa il buon scrittore, non il contrario. Se uno scrive bene ha buoni lettori, se uno scrive male ha pessimi lettori.

Progetti nell’immediato?
Ad ottobre è uscita una mia raccolta di poesie e racconti brevi: Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare.