In principio eri uno scrittore. Perché hai deciso di passare alla regia?
Il passaggio dalla scrittura alla regia cinematografica è stato un’evoluzione molto naturale. Ero amante della scrittura e ho iniziato a scattare fotografie a sette anni. Quando facevo le foto provavo un brivido… sentivo il gusto di stare dietro, di osservare, di catturare le emozioni, di immortalare. Quando ho iniziato a narrare le mie storie usando le immagini in movimento, mi sono sentito subito a mio agio. Dirigere un film non è come scrivere un libro. Il cinema ha regole più rigide e meccanismi completamente diversi (anche, ahimé, produttivi). In compenso, sia che si stia scrivendo un libro, sia che si stia girando un film, si tratta pur sempre di narrare una storia e di farlo usando una visione personale.