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Quattordici Canoni dopo le Variazioni Goldberg - Un documentario sui Canoni BWV 1087 di Johann Sebastian Bach

L'idea del documentario nasce dalla tesi di Donato Di Pasquale (DDP) “Genesi dei Quattordici Canoni BWV 1087 di Johann Sebastian Bach” e da un un concerto/conferenza presentato per la prima volta a Teramo e a L'Aquila, nel dicembre del 2013. L'opera di Johann Sebastian Bach, dal titolo Verschiedene Canones über die ersteren acht Fundamental–Noten Vorheriger Arie, oggetto di studi approfonditi di DDP, è un manoscritto composto di quattordici Canoni scritti dal compositore in notazione enigmatica; un'opera teoretica senza alcuna destinazione strumentale, che usa artifici nella scrittura per indicare l'inversione, la retrogradazione e la retrogradazione inversa; un'opera teoretica che impiega raffinate tecniche contrappuntistiche tardo-rinascimentali e barocche, la cui matrice è arcaica e di varia derivazione, italiana, francese, fiamminga.

L'idea del documentario nasce dalla tesi di Donato Di Pasquale (DDP) “Genesi dei Quattordici Canoni BWV 1087 di Johann Sebastian Bach” e da un un concerto/conferenza presentato per la prima volta a Teramo e a L'Aquila, nel dicembre del 2013.

L'opera di Johann Sebastian Bach, dal titolo Verschiedene Canones über die ersteren acht Fundamental–Noten Vorheriger Arie, oggetto di studi approfonditi di DDP, è un manoscritto composto di quattordici Canoni scritti dal compositore in notazione enigmatica; un'opera teoretica senza alcuna destinazione strumentale, che usa artifici nella scrittura per indicare l'inversione, la retrogradazione e la retrogradazione inversa; un'opera teoretica che impiega raffinate tecniche contrappuntistiche tardo-rinascimentali e barocche, la cui matrice è arcaica e di varia derivazione, italiana, francese, fiamminga.

DDP presentò due elaborazioni al concerto che sono materializzazioni in forme fisiche tangibili, inedite in Italia e nel resto del mondo:

1) Un arrangiamento per due pianoforti, strumento inesistente in epoca bachiana, quantomeno inesistente con le caratteristiche tecnico-costruttive odierne;

2) Un arrangiamento per sei strumenti moderni: violino, viola, contrabbasso, flauto traverso, oboe, controfagotto, ben diversi dai corrispondenti strumenti della prima metà del XVIII secolo.

I quattordici Canoni del manoscritto autografo furono pubblicati per la prima volta nel 1976 da Bärenreiter, Kassel, con il titolo Vierzehn Kanons über die ersten acht Fundamentalnoten der Aria aus den „Goldberg Variationen”, dove già comparvero col numero 1087 a loro assegnato nel BWV (Bach Werke Verzeichnis); Successivamente, nel 1977, trovarono posto anche nella NBA V/2 (Neue Bach-Ausgabe V/2). Entrambe le pubblicazioni furono curate da Christoph Wolff, uno dei più noti biografi e studiosi di Johann Sebastian Bach.

Un lungo e accurato lavoro di decodifica e di confronto con altre fonti è stato necessario per rendere l'opera completamente accessibile. Il contributo di DDP è certamente inteso in tal senso. Infatti, pur essendo la soluzione indicata da Christoph Wolff la più accreditata nella comunità musicologica internazionale, non è certamente l'unica possibile. Altre interessanti soluzioni ai Quattordici Canoni sono state proposte da Olivier Alain, Marcel Bitsch, Timothy A. Smith, Donato Di Pasquale. La soluzione di DDP pur avendo molte analogie con le precedenti, se ne discosta sostanzialmente, segnatamente nei Canoni n. 10 e n. 14.

Nella sua tesi “Genesi dei Quattordici Canoni BWV 1087 di Johann Sebastian Bach” sono accuratamente descritti sia il lavoro di decodifica sia la soluzione inedita ai due Canoni summenzionati.

Le soluzioni totalmente inedite di DDP ai Canoni n. 10 e n. 14 della raccolta - che naturalmente sono state usate in entrambe le sue elaborazioni, ed eseguite nei concerti del dicembre 2013 - sono intese come proposte per un contributo al dibattito scientifico tuttora in corso sui Quattordici Canoni BWV 1087.

La tesi di DDP “Genesi dei Quattordici Canoni BWV 1087 di Johann Sebastian Bach” è stata oggetto di apprezzamento a più riprese nell'ambito della comunità scientifica internazionale.

Nell'aprile del 2014 ho intrapreso un viaggio seguendo il BACH ROUTE (le città nelle quali ha vissuto e lavorato il grande compositore tedesco): EISENACH, OHRDRUF, LÜNEBURG, ARNSTADT, MÜHLHAUSEN, WEIMAR, KÖTHEN, LEIPZIG, raccogliendo decine di ore di girato tra riprese, interviste, testimonianze.

Il concerto/conferenza, l'evento di Catania e il Bach Route costituiscono, come si può intuire, si configurano come materiale fondamentale per la realizzazione del documentario. DDP pensa che l’opera ritrovata di Bach getti una nuova luce sulle tecniche compositive del grande compositore tedesco. Inoltre, dà feconde opportunità anche a livello didattico e pedagogico.

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